ultimo film visto al cinema : city of god
ha suscitato in me ed al mio compare, un paio di punti su cui discutere.
il film racconta della città di dio, una favella di rio de janerio, un posto dimenticato da dio. in questo posto o ti trovi un lavoro da fame, o inizi a fare il bandito, già da piccolo, cresci con la violenza, che è l'unico modo che hai per importi. questa è una parte della vicenda, un punto di vista; c'è chi la violenza non riesce ad usarla, ha altri mezzi, per crescere, ma fa più fatica (il protagonista).
per buona parte della proiezione mi sono sentito sospeso dalla tensione delle scene, e dalla crudezza delle immagini, la stessa sensazione provata con amores perros e boys don't cry.
vivere ai confini del mondo occidentale: quello bello, con tutti i comfort... è davvero una lotta: per emergere, sopravivvere... questa è l'impressione che ho avuto dalla pellicola, non posso constatare la realtà, perchè non sono mai stato in posti simili (sud america).
il film è basato su una storia realmente successa.
il compare mi diceva: "c'è un elemento che ricorre e che guida i passi dei personaggi: la voglia di primeggiare, si esser più importanti, di far più soldi esser i dominatori. ma noi questa roba dove ce l'abbiamo ? e se ce l'avevamo chi ce l'ha tolta ? ed è giusto averla oppure va bene così ?"
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