sabato, ottobre 26, 2002

soundtrack: jesus lizard - blue
jesus & mary chain - psychocandy
jawbreaker - etc.

merda, c'è il mago otelma alla tv. porta sfiga, cazzo. non bastava incontrarlo più o meno giornalmente in zona università, maledizione? stasera come minimo mi schianterò in vespa. amen. vabbé, cominciamo:
in un post qui sotto fabio chiede di parlare della propria città. eccomi.

genova, 2002. la mia città, la città dove sono nato. via pisa, la mia casa, la casa dove ho sempre vissuto, dal 1977, anno in cui, con un mesetto di anticipo rispetto alle previsioni, venni al mondo. la mia stanza da allora è sempre la stessa, riguardando vecchie fotografie la vedo cambiata, posters diversi, moquette verde, prima, parqué (si scriverà così?), ora. foto sulle pareti. entropia portata da dischi ovunque. una tv, un computer, che fino a pochi anni fa non c'erano (e mai avrei pensato di avere una televisione ed un videoregistratore nella mia stanza. ma è meglio tornare a parlare della mia città, per non uscire fuori tema.
da un po' di anni noto un po' di insofferenza da parte delle personeche mi circondano per quanto riguarda genova. chi la odia, chi non vede l'ora di andare a lavorare fuori (alcuni sconsiderati preferirebbero addirittura vivere a milano), chi scappa a fare erasmus all'estero piuttosto che stare ancora un anno sotto la lanterna. io non la vedo così. non potrei vivere lontano da genova. per un sacco di motivi. per la gente (chiusa, che si fa i cazzi suoi, come piace a me), per il suo essere "a misura d'uomo", per il suo essere una metropoli senza avere i problemi della metropoli. per il fatto che da casa mia si vede il mare. perché in relativamente poco tempo sono ovunque. perché quando piove il mare è la cosa più bella del mondo. perché le camminate in corso italia, nelle gelide giornate invernali, quando la pioggia e il vento ghiacciato che raccoglie l'acqua dal mare ti bagnano la faccia ti danno un piacere quasi sessuale. spesso penso che tutto ciò lo troverei con difficoltà in altre città. amo i suoi odori, amo la sporcizia del centro storico, amo guidare la mia vespa in sopraelevata, con il mare da una parte e la città antica dall'altra. campo pisano, il mio "secret spot" nel centro storico, a parer mio uno dei punti più belli e suggestivi del pianeta (e conosciuto da una minima parte dei genovesi, stento a crederlo, ma è così).
durante il g8 saprete tutti che la città è stata distrutta, ma non è tutto vero. qualche macchina bruciata, qualche negozio devastatao, ma il g8 in se (se tralasciamo le tragedie che ha portato e le discutibili decisioni che si sono prese) ha regalato alla città un nuovo splendore: tutto è stato restaurato, messo a nuovo, ripulito, come per dare una pulizia "di facciata" al tutto. ma, si sa, il bello di genova sta dietro a tutto questo.
durante quei giorni del luglio dell'anno scorso io ero, per motivi che qui non mi va di spiegare, uno dei "privilegiati" a girare nella "zona rossa", tra poliziotti per la strada e cecchini sui tetti. mai come allora ho realizzato quanto fosse unica la mia città. vuota, in uno scenario postatomico, innaturale, silenzioso. dopo quei tre giorni si è ritornati tutti alla vita normale: il centro storico si è ripopolato, gli extracomunitari hanno riaperto i loro banchetti, i cinesi i loro negozi, i commercianti "storici" le loro botteghe e così via. e, a pensarci bene, è questa la città che preferisco. genova ha staglieno. se non lo avete mai visitato non avete idea. si capisce come mai ian curtis ne così fosse affascinato.
molto spesso mi capita di pensare che mi muoverei da qui solo per parigi, sì, solo a parigi mi sono sentito così "a casa". e non ha senso tutto ciò, me ne rendo conto. non capisco questo legame che ho con parigi, se non averla visitata qualche volta e aver vissuto lì per qualche settimana per lavoro. ma parigi se la gioca con genova, sicuro.
e poi a genova c'è il genoa.
GABBA
GABBA
GENOA

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