Il giorno ventuno febbraio a mezzanotte e mezza quasi è nato mio nipote Andres.
Mi è sembrato ovvio stare con mia sorella tutto il tempo, sia durante il travaglio che in sala parto.
Per lei è stata dura ma io mi sforzavo di non cedere e di fare tutto quello che mi era possibile per alleviare il dolore!
E poi l'ho visto nascere...
pezzo di carne che si stacca dal corpo umano, essere che comincia a precipitare e venire risucchiato verso il centro della terra dopo aver galleggiato nell' incoscienza del liquido amniotico...
è stata un'esperienza unica assistere ad una nascita, che mi sembra un grande mistero ( come la morte).
Un avvenimento che comunque è fatto di sangue, merda, sudore, che fa ritornare per un momento all'animalità intrinseca dell'uomo.
Paura: secondo me è una grande ipocrisia avere paura; io lo trovo uno sgarbo verso chi è sotto le bombe veramente o rischia giorno per giorno di saltare in aria quando prende l'autobus. Forse un po' di paura la si può avere del sottile lavaggio di cervello ( sul lavoro, attraverso i mezzi di informazione...) che la società mette in atto su di noi; quindi,e già lo sappiamo, " su con le orecchie" !
Vi saluto perchè per tre settimane sarò a Dublino!
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