Linda scrive
è da oltre due settimane che vivo e lavoro in una valletta del trentino, missione: trattare la raffinata mela "melinda" molto bene.
dormo a circa 50 metri in linea d'aria dal campanile del piccolissimo paese; la prima notte la campana che annuncia coscienziosamente ogni quarto d'ora non mi ha fatto dormire. poi ci ho fatto il callo. però inevitabilmente mi sveglio alle 6,30 (!!) la mattina con il gran scampanio di inizio giornata, e comincia la sarabanda di grossi motori (di trattori) giù in strada.
si vive tutti attaccati: alle 8.00 e alle 13.00 si apre un portone ed escono quasi una decina di figuri, stranieri venuti qui per raccogliere le mele. il bello è che al piano inferiore della loro "abitazione" , nella caneva, se qualcuno sa capire il termine, ci sono delle capre che spesso e volentieri si fanno sentire.
il paesaggio è un monotono intercalare di filari di alberi da frutto che si arrampicano sulla superficie disponibile, cassoni verdi impilati e sistemati qua e là, pezzi di bosco. da lontano riconosco una sagoma caratteristica: è quella di un trattore che traina un corpo piatto sul quale sono seduti i raccoglitori. anche noi andiamo al lavoro così. ma c'è di peggio: un tipo porta i suoi 4-5 raccoglitori attaccati al muletto dietro il trattore !
una sera delle voci violente dalla strada destano la mia attenzione, mi fanno aprire la finestra e temere il peggio, mah... niente di che, una semplice lite violenta tra uomo e donna a base di "va là, va là" "ostia" "porcodio" (variante "dio porco")!!
il maltempo è arrivato così non so ancora quanti giorni dovrò passare qui.
ma non me la passo male.
alla fine della giornata di lavoro fumo un cannone nel parchetto, poi torno nella mia stanza e mi addormento insieme alla gente e alle capre
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