martedì, agosto 19, 2003

-OVERLOAD-

Il tanto atteso momento in cui il castello di carte che ci troviamo incidentalmente a vivere crollerà è vicino e brilla da lontano, anche se è proprio una mancanza di luce a segnalarcelo.
Sicuramente saranno balzati agli occhi di molti gli episodi di interruzione della fornitura di energia elettrica ripetutisi in questa calda estate, culminati nel lungo black out della città di new york la settimana scorsa.
L'allegro modello economico del quale facciamo parte trova nella crescita costante la sua ragione di vita; le aziende puntano irrinunciabilmente ad un rialzo del fatturato, le economie statali guardano con severa preoccupazione un segno negativo davanti all'indice Prodotto Interno Lordo, giudicandolo come un segnale di una politica economica poco azzeccata.
Da un punto di vista più terra terra, la crescita del fatturato (e del PIL) è causato da un aumento dei consumi: le aziende producono (e vendono) di più se c'è qualcuno (i consumatori, noi) che compriamo di più, questo è chiaro.
Tutto il sistema lavora affinchè i nostri consumi aumentino, ma il continuo incremento della quantità di beni consumati si reggerà in piedi finchè ci saranno abbastanza beni disponibili sul mercato. Finchè cioè l'offerta di un bene supererà o per lo meno eguaglierà la domanda che ne viene fatta, a noi consumatori non rimarrà che avere la disponibilità di denaro per acquistare, nella granitica certezza di poter avere tutto ciò che desideriamo a patto di poterlo pagare.
"Overload", questa è la parola magica che si nasconde dietro i black out di quest'anno: troppa richiesta di energia rispetto a quella disponibile, e le linee hanno ceduto. Troppa domanda rispetto all'offerta, non c'è elettricità per tutti quelli che la richiedono, pur potendola pagare.
Fare i conti con la limitatezza delle risorse a disposizione sul pianeta terra ci mette di fronte, per la prima volta in questi 50 anni di crescita costante, alla nostra responsabilità di singoli consumatori.
Non basterà più avere il denaro necessario, ciò che vogliamo dovrà essere disponibile e, anche solo mantenendo costante l'attuale ritmo di consumo, più saremo a consumare più difficile sarà recuperare i beni sul mercato.
Un paio di ore passate al buio: il piccolo segnale che il sistema economico radice dei tanti mali di cui soffriamo sta aprendo le prime crepe nella sua struttura che credevamo monolitica e inattaccabile.
Quando le crepe si allargheranno ci sarà da ridere.
finalmente.

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