cammino in mezzo, vicino alla striscia che divide la carreggiata, nel punto più alto della schiena di mulo. la gomma delle scarpre sembra chewing gum, non c'è nessuno, non c'è nessuno, non c'è mai stato nessuno qui. vetrine, una dietro l'altro, in alto insegne, in mezzo blocchi di cemento ardente: la notte tardi emanano ancora il calore respirato durante il giorno, come le piante che buttano fuori l'anidride carbonica. un cantiere stradale blocca il cammino, anche l'asfalto si blocca, deformandosi: magma
torno indietro, mi affianco ad una vetrina, l'aria rarefatta all'interno ha creato la condensa sul vetro, appoggio i palmi, riesco a vedere poco, levo i palmi, rimane il mio segno, doppio. vendono condizionatori d'aria, hanno fatto affari, ora saranno su qualche spiaggia esotica a godere il frutto. ai tropici, come qui, ma non ci siamo abituati al caldo, abbiamo comprato i condizionatori. non ci siamo abituati, stiamo male.
chiuso per ferie, in fondo, sulla piazza grande, uno schermo digitale tra i tetti manda questo video
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