Linda scrive:
Storia di un pezzo di specchio.
Può sembrare una piccolezza, un frammento di specchio. Ma è un frammento di specchio, una scheggia , alquanto particolare.
Prima di cominciare la sua storia, vi assicuro: è tutto vero.
Non consideratemi pazza, per favore!
Un giorno qualsiasi stavo per salire le scale di casa, quando un’iridescenza ha catturato la mia retina. Mi sono avvicinata all’origine del gioco di luce che era a terra, un pezzetto piccolissimo di uno specchio che catturava e rifletteva la luce in maniera che mi è parsa peculiare.
Ho guardato dentro il pezzettino di specchio. Una pianura di tutte le gradazioni di verde contro cui si stagliava un cielo identico, ma blu, strati su strati di colore in nemmeno un centimetro cubo di spazio; e a seconda di come giravo la scheggia i colori cambiavano da freddi a caldi…ero salita in casa e lì avevo esaminato ancora il pazzo di specchio vicino ad una finestra, ritrovando anche lì il paesaggio di strisce sottilissime in tutte le gradazioni dei colori più stupendi che avessi mai visto.
A quel punto mi ero domandata se non stessi fumando troppa marijuana al periodo; dubbiosa sulla mia sanità mentale e turbata da pensieri negativi riponevo la scheggia vicino all’abat – jour.
Passava qualche giorno. Una sera sul tardi avevo riaffrontato la scheggia. E il miracolo si ripeteva alla luce della mia lampada da scrivania; ho visto che il riflesso della lampada produceva nel pezzetto una gamma violenta di viola, rossi, verdi. Mi sembrava di guardare attraverso la piccolissima superficie uno spazio che era al di là.
Con lo stesso tipo di visione cercai di “entrare” in una cartolina con un disegno 3D, ma non ci riuscivo (non ci sono mai riuscita!).
Stavolta ero sicura di averci visto bene, comunque!
Dopo, mi ero dovuta assentare da casa ed era passato più di un mese prima che ripensassi al pezzettino di specchio e al fantastico mondo che mostrava. Ero fuori casa e mi era venuta in mente la scheggia proprio per la sua assenza dalla mensola vicino al mio letto. La sera prima avevo dato uno sguardo vicino all’abat – jour e solo oggi ricordavo che l’insignificante lacerto non c’era.
Proprio in quei giorni, il ritrovamento. Stavo tornando a casa passando dal retro, dove si affaccia la finestra della mia camera, quando a terra vedevo un brillare per me inequivocabile, e il gesto di raccoglierlo diventava tutt’uno.
Non so come fosse lì. Azzardo un’ipotesi: l’avevo messo vicino alla finestra e spolverando forse l’avevo buttato giù, sulla strada.
Sta di fatto che l’ho ritrovato ed ora ce l’ho in mano: purtroppo ha perso molta della sua potenza, il sale d’argento è rovinato dalle intemperie, le strisce di colore non sono più nette come prima e si vedono solo grandi sfumature, ma indubbiamente è lui.
Se qualcuno sapesse spiegarmi il fenomeno dal punto di vista strettamente fisico, ne sarei molto contenta. Fino a quel momento e magari anche oltre permettetemi di considerare il triangolino, il frammento di specchio rotto, un oggetto magico!
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