lunedì, dicembre 19, 2005

Proseguiamo a leggere i pezzi della mini, numero 6:
ci leghiamo all'intervista ad Inguine, ed a un evento di questa settimana: i Franti.
l'intervista che segue fu fatta un anno e passa fa con Stefano Giaccone, oggi, ci sarebbe da scriverne ancora, dato che sta pubblicando un nuovo album personale ed ha riportato sul palco i Franti (dopo venti anni) per la presentazione del nuovo cd: Estamos En Todas Partes che accadrà il 20 ed il 21 dicembre a Torino presso il Cafe Liber, con una festa - concerto, un'occasione unica, a dir poco....


...Stefano Giaccone è stata ed è tuttora una delle anime instabili della musica torinese, chitarrista, cantautore, scrittore, poeta… forse le definizioni sviano e danno un’impressione sbagliata. Al tempo di due decadi fa metteva assieme i Franti, in seguito ha portato avanti progetti come Howth Castle assieme a Lalli o in solista sotto vari pseudomini (Environs, Orsi Lucille…), ha suonato la chitarra coi Kina all’inizio degli anni 90, poi è migrato in Galles, dove lo abbiamo contattato, all’epoca in cui (il 2004), aveva pubblicato un album con Mario Congiu (per Santeria); oggi è tornato in Italia. Qualche anno fa, assieme a Marco Pandin pubblicò un libro (esaurito) dal titolo: “Nel Cuore Della Bestia” che faceva il punto, la storia del movimento musicale antagonista legato al punk italiano dai suoi abbozzi di fine anni settanta sino alla primavera degli anni novanta, con racconti personali, estratti da fanzines, testi… Uno dei documenti migliori pubblicati in Italia sul tema.
C’è un filo diretto con Paper Resistance: Stefano ha partecipato ad numero di Inguine Mahgazine e lo stesso Paper Resistance si dichiara un fan delle musiche di Stefano, non a caso, l’idea di intervistarli entrambi mi balenò a Torino ad un concerto quando proprio incontrai entrambi i personaggi.
L’intervista è stata realizzata per posta.

Mini: Iniziamo da Stefano come persona: oramai hai un’esperienza notevole sia nella musica che nella vita, dai dischi, alle parole, come ti piace riassumere tutto questo ?

SG: Che non c'era niente da capire, come cantava De Gregori milioni d'anni fa! A parte questo, davvero penso che viviamo in un terno presente, se mi guardo alle spalle e tutto ancora cosi vicino per me. E poi io ho tutto ancora da imparare. Bisogna stare con quelli più bravi e imparare, tutto il resto non conta.

Mini: Come vi siete conosciuti, tu e Mario e come siete arrivati a fare un disco come quello che avete realizzato ?

SG: Conosciuti parecchi anni fa, attraverso la collaborazione tra Lalli, me e la Banda Manera, dove suonava. abbiamo registrato, messo su gruppi assieme e girato tutta Italia.

Mini: La scelta delle canzoni del disco come è avvenuta ?

SG: Volevamo interpretare delle canzoni che amavamo, tutto qui. senza un progetto e una costruzione a monte. un progetto laterale alla ns normale attività e che ci a trovato veramente vicini sulle scelte, sia delle canzoni "torinesi" che di quelle "nazionali".

Mini: In questi ultimi anni, si è scritto molto su quel periodo che ha visto il nascere ed il fiorire del movimento punk / diy / chi più ne ha, più ne metta, sono uscite molte ristampe di dischi e qualche libro, tra cui, quello scritto da te assieme a Marco Pandin, che è un quadro preciso e semplice: nel cuore della bestia. Come è nata l'idea per questo libro e che valore può avere un documento di questo tipo oggi, quando il punk è ridotto ad un pezzo del revival degli anni 80 e buona parte del movimento sopravvive a malapena o si è trasformato in altro.

SG: Non so dire del punk oggi. Lo spirito continua, per dirla coi Negazione. E spesso la' dove e' meno "visibilmente" punk. Comunque, il libro che citavi e' stato tra i primi ed e' stato messo insieme con grandissima emozione e rispetto: infatti contiene 2 storie personali (le nostre) e non la storia del Punk. Questo lo fanno gli storici e vivisettori e mi interessa molto poco. Il nostro libro conteneva al 70% documenti e testi dell'epoca senza commento. Questo bisogna fare: tornare ai dischi e ai volantini originali. Il resto e' solo retorica.
Cosa rimane di quel periodo a proposito dei Franti ?
Idem come sopra. Di Franti rimane la voglia di farsi sentire e anche il suo silenzio. In me, l'orgoglio e anche un po' di sorriso amaro, a riascoltarci adesso, 20 e rotti anni in la'.
Come è essere "italiano" in altro paese (da alcuni anni, vivi in Galles) e come vedi le tue "origini", ad esempio: Torino dal fuori ?Ti rendi conto di cosa possa significare essere "di fuori". Tutto sommato qui bene accetto, anche se gli stereotipi si sprecano. Torino? Una citta' bellissima e durissima, casa mia. Anche un bel casino, come il mondo.

Mini: Quale dischi stai ascoltando ora ?

SG: Lhasa, Tenco, blues (Burnside, Muddy Waters), Right in Sight

Mini: Progetti attualmente in cantiere ?

SG: disco nuovo quasi finito...non mi fermo mai!!
.....un abbraccio a presto
sg

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