prosegue la mia avventura negativa a riguardo dei cinema multisala: super mega centri del cinema in dolby digital, poltrone, pop corn, grandi films e basta. in realtà sono organizzati malissimo ed strutturati solo per il profitto... il cassiere questa volta non era in grado di dare il resto per l'acquisto dei biglietti... il film era l'ultimo spettacolo (notturno) di io non ho paura, di salvatores. dal libro di ammaniti esce una storia in se fin troppo semplice per un film, ma in realtà piena di intensità: l'innocenza dei bambini brilla come l'erba alta e secca dei prati sui quali corrono, in contrapposizione ai "grandi" che non brillano più e ormai disperati "rubano" ai bambini. non ho letto il libro, ma il film è un piccolo capolavoro, o meglio una piccola storia.
quasi per caso ho visto anche the quiet american, che ci mostra il vietnam prima della guerra devastante, il periodo in cui saigon rapisce il protagonista di passione, il periodo in cui si disegna il futuro tragico, scritto da spie, paure ed amori. gira attorno a 3 personaggi: un giornalista inglese, una ragazza vietnamita ed un amrericano. ha alcuni spunti che avrebbero potuto sviluppare il film ancora di più, ma in realtà si ferma alla vicenda dei 3 personaggi.
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