Linda scrive….
da un suo diario personale del 1988.
Ciao, oggi è giovedì 8, e io sono fisicamente a pezzi. Ho una bolla fra l’alluce e il medio del piede destro piena di pus! Ogni volta che appoggio il piede per terra sento la bolla che si schiaccia e il pus che si muove fra la pelle e la carne…che schifo!! Beh, fra poco capirai il perché della bolla, ti racconto tutto. Allora: lunedì non è successo niente, martedì nemmeno, mercoledì ho sentito una bruttissima notizia: il Michele F., un ragazzo di 18 anni di A. che io conoscevo appena, aveva fatto un incidente, ed ora era in fin di vita all’ospedale!! Mi è subito dispiaciuto. Ma non ci ho pensato + di tanto: alle 2 e mezza, accompagnata dal papà, sono andata in piscina. Entro in piscina, ma, porca sfiga, è chiusa fino a domenica!! “Questa non ci voleva” penso. Mi avvio verso il centro della città, compro qualcosina per tirarmi su, guardo le vetrine. Ad un certo punto incontro la Cristina e decidiamo di andare in giro assieme. Parliamo del + e del -, e il discorso cade sul Michele. Di lì a poco incontriamo un ragazzo di A. Fa:” saputo del Michele?” “ Sì, speriamo che si rimetta presto” “ Ma no: è già morto” “Cosa??” “ Sì, alle 2.” Continuiamo a parlare, ma io quasi non ci sento +. La notizia è stata terribile. Io mi sono sempre detta:” Bisogna continuare a correre, anche se qualcuno ci ha abbandonato e non è + con noi”, però stavolta mi è venuto da pensare:” Scendiamo alla prossima?” Cristina è bianca, mentre camminiamo verso la stazione: ha deciso di andare a casa, perché si sente male. E io peggio di lei, perché non so cosa fare per tirarla su. Mi lascia sola. Non so perché, ma sono triste e nervosa: la morte di un ragazzo quasi sconosciuto mi ha messo addosso una tristezza e una depressione oscena: forse perché mi ha fatto capire che la morte può colpire anche noi giovani, mentre una volta ero abituata che interessasse solo anziani e uomini adulti. O forse perché ho ricevuto direttamente la notizia. Boh! Vago come una cannata, non riesco a pensare ad altro che a quella morte. Mentre percorro via Italia, vedo l’Ennio, e davanti a lui c’è il Luca, circondato da 4 ragazze. Ne bacia una (si è sentito per tutta la via!!), e io mi sento ancora + male. Racconto ad Ennio tutto, con la gola strozzata. Mi guarda male, è abituato a vedermi allegra. Lasciandomi, mi dice “ Stammi bene.” Ha capito che sto male. Più avanti, incontro la Tampella e la Berti con le figlie. Mi vedono male, e devo raccontare tutto anche a loro. Mi viene male al cuore ad ogni parola. Poco dopo le lascio e gironzolo intorno: salgo al piano superiore dell’ Upim per guardare le cose della scuola (sempre divertenti). Vedo un tipo che ho conosciuto l’ultima volta in piscina e penso bene di salutarlo, se no mi prende per snob. Lui mi propone di andare in giro con lui, il suo amico e la sua amica. In strada, io sono giù perché vorrei stare sola, non con questi 2 rompiballe (la tipa se n’è andata). Tento di raccontare a Manuel tutto, ma lui mi ascolta con mezzo orecchio, non capisce niente e continua a ricordarmi la proposta fattami in piscina (se mi volevo mettere con lui). Io, dura, gli dico NO e poi No, ma lui non demorde. “Devo scollarmi da questo stressacazzo” penso. Guardo se c’è un autobus che mi porti vicina alla mia fermata, dico che la fermata è lontana, ma lui continua:” Ci possiamo rivedere? Quando?” Gli dico che mi aspetti in Regione lunedì alle 2 e mezza. Logico che non ci andrò. Sono disperata, stressata, vorrei sedermi, riposare e pensare ai cavoli miei, ma per ora il mio cervello è impegnato nel trovare un modo per scollarmi il tipo. "Ci sono!" Penso. Gli dico che vado in ufficio da mio papà. “Posso venire anch’io? Ti aspetto di sotto?” E io dico che mio papà lavora fino alle 6 circa, e poi mi porta a casa con lui. Lui allora:” Beh, ci vediamo lunedì alle 2 e mezza davanti alla Regione!” “Una bella merda!” penso io, salutandolo con la mano e infilando il 1° portone che mi capita a tiro. Dopo averlo scollato in modo così geniale, ero alle stelle, ma dopo mi è improvvisamente venuto in mente il Michele e tutte le altre cose: la piscina chiusa, il Luca e il Manuel…sigh! Avevo male ai piedi e la stazione era lontanuccia. Passo per Piazza Duomo: là stanno allestendo un palco per Ruggeri, Pino Daniele e i Pooh che suoneranno le prossime sere. C’è gente di qua e di là: operai che tirano cavi, coordinatori che indicano le posizioni per le luci, tecinici, gente che prova il light show, ecc. ecc. In mezzo alla confusione, vedo solo una persona: un tipo moro, magro, affascinante. Non faccio altro che guardarlo, ma lui “manco mi caga”: sta lavorando per 4, e in + ha gli occhiali scuri!!! Avrà anche 10 anni + di me, in +. Faccio ancora un giro, pensando che ho tutte le sfighe del mondo: mi innamoro di gente impossibile, i tipi + stressanti del mondo mi tampinano, ecc. Uffa! E in + il Michele, la Chriss, il Luca, l’Ennio, il tipo, i piedi che mi fanno male,…mi metto a piangere come una pazza, la gente mi guarda piano e male, vorrei gridare in faccia a tutti le cose successe, e perché sono disperata. Raggiungo la stazione e prendo la corriera insieme alla Sara, che è arrivata or ora. A casa mi ritorna l’allegria, perché in borsa trovo il Dolly, un rossetto, una cartolina stupenda: tutte cose comprate per farmi passare la tristezza. E di cui non mi ero accorta.
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