linda scrive...
""ciao scusate l'assenza causa un isolamento mio in montagna di due mesi e poco più; un grande benvenuto a federico tixi che risolleva le sorti del blog! Ebbene sì, per due mesi ho lavorato, un lavoro di merda (nella cucina di un albergo) a dire la verità, ma il tempo libero è stato sfruttato in maniera soddisfacente grazie anche e non solo alle mie tre colleghe di
lavoro...poi c'era una terrazza sul Brenta, non c'era niente solo uno strapiombo tra te e le montagne...senza parole. Gli schiamazzi e il casino dei consueti turisti quasi a voler riempire quello spazio incredibile. All'impianto della seggiovia c'è un tipo che lavora molto più sveglio ed experienced dei soliti ragazzi di paese. Lui ama le montagne e le affronta,
scendendo anche in grotte, vorrebbe volare in parapendio. Per 10 ore deve stare all'impianto ma non ha l'aria di annoiarsi ed è una cosa che ho ammirato molto.
In montagna ho letto un altro libro di viaggi, il "Viaggio di una parigina a Lhasa" (voland). Alexandra è una donna europea con una grande passione per l'Oriente che la porta là una volta per addirittura per 14 anni (mentre il marito la aspetta a Tunisi!). Lei si mette in testa di entrare in Tibet; al tempo non era assolutamente permesso che degli stranieri entrassero nel Paese delle Nevi, e così Alexandra decide di vestire i pochi e dimessi panni di una pellegrina e parte con il figlio adottivo, un giovane lama nepalese. La paura di venire scoperti pervade tutto il racconto, ma alla fine, è Lhasa, gli dei hanno trionfato! Minuziose descrizioni di ambienti tibetani sfatano un'immagine del Tibet come puro e immacolato: la pulizia
del corpo, delle case e delle poche stoviglie è molto sommaria. Un piatto prelibato era composto da un lembo di carne o lo stomaco cuciti con dentro interiora, cuore etc. di un animale... il libro è dell'inizio del secolo scorso, ma non saprei cosa e quanto sarà cambiato nei villaggi d'alta quota in Tibet. Attraverso il libro sono venuta a saper cose interessanti, ad esempio che gli stranieri venivano o vengono chiamati "occhi bianchi" perchè niente è considerato brutto in Tibet come gli occhi azzurri o chiari o che i mistici tantrici possono bere da ciotole ricavate da teschi, ma adesso basta così, vi ho detto anche troppo!
Pollice in su per il secondo report dal sonar fabius, ma cos'è, ti sei ripigliato adesso da barcelona? Hai riordinato le idee in un secondo tempo?
P.S.= Nour Eddine...tenetelo d'occhio se volete musica ancestrale."
Nessun commento:
Posta un commento