Pizza Express
le dieci passate, osservando il traffico serale.
facevo passare da una mano all'altra i gettoni del distributore automatico di bibite.
ero l'unico cliente lì dentro.
avevo già pagato. in cambio avevo ricevuto uno scontrino e i due gettoni.
-e' passato un'altra volta. l'hai visto?-
era il più giovane dei due gestori che parlava. era lui che prendeva le ordinazioni.
-e' dentro quella ford metallizzata-.
-resta dentro-. disse l'altro.
lo sguardo del giovane fissava il tratto di strada delimitato dalla porta di ingresso.
non rispose.
la televisione mandava video. cher oscillava le gambe seduta cavalcioni sopra un cannone di una nave da guerra, circondata da marinai che si muovevano al ritmo della musica.
il più vecchio si rivolse a me.
disse qualcosa che ritenne spiritoso e rise della sua battuta.
si girò verso il forno e fece fare un paio di giri alla pizza.
scosse la testa.
sembrava avesse ancora qualcosa da dire ma era come se le parole non volessero uscirgli fuori.
tornai a osservare il traffico.
le auto correvano.
si fermavano.
riprendevano a andare.
quando mi voltai di nuovo parlavano a bassa soce.
capii che stavano dicendo qualcosa sul mio conto.
il vecchio se ne accorse.
e' quasi pronta, disse.
l'altro posa sul banco una scatola di cartone.
sul dorso la scritta a caratteri verdi.
pizza express.
il vecchio infilò la pizza nel cartone direttamente con la pala. restituii lo scontrino e spinsi i gettoni nel distributore automatico.
i barattoli calarono con un rumore sordo.
infilai i due barattoli nelle tasche del cappotto e uscii.
le auto erano ferme.
i riflessi delle luci sui vetri non permettevano di distringuere nulla all'interno.
aspettai ancora un momento.
mi avviai verso casa.
erano gli ultimi istanti di quella che da allora in poi avrei chiamato la mia vita precedente
Nessun commento:
Posta un commento